QUALE EDUCAZIONE SESSUALE?
Violenze, stupri in classe, distributori di profilattici a scuola …. e, nel contempo i deplorabili casi di pedofilia che in vari ambienti vengono alla luce …. Quali rimedi? Cosa può fare un educatore? Cosa può fare la scuola? E’ necessario vigilare per evitare ogni forma di violenza, per fermare chi opera violenza, ma ciò non basta. La migliore prevenzione, lo sappiamo bene, è una efficace educazione. Educatori ed istituzioni debbono, con competenza e responsabilità, farsene carico. E nella loro opera dovrebbero essere supportati dai mass media e dallo stesso ‘pensar comune’. Non è tanto la spasmodica e talora interessata e famelica ‘caccia al lupo’ che può risolvere i problemi. La società cambia se si presta adeguata attenzione alle problematiche educative e si assicurano alle persone (specialmente ai più giovani) spazi adeguati per la loro crescita, ove si possa essere educati ed aiutati a sfuggire il male e ad indirizzarsi verso il bene, con adulti capaci di vigilare, orientare ed accompagnare – responsabilmente- le giovani generazioni lungo i sentieri della vita.
Si parla tanto di prevenzione e di educazione sessuale. Ma questa può essere ridotta ad una pura e semplice informazione centrata sull’uso dei contraccettivi, come se la sessualità riguardasse principalmente preservativi e pillole da usare al momento opportuno. Può essere ridotta a 4 lezioni via internet di “Sesso e volentieri” o alle mille informazioni che girano per la Rete che che vengono quotidianamente visitate da gran parte dei nostri ragazzi? Possiamo fare la politica dello struzzo?
Le famiglie delegano tale necessaria educazione alla scuola, la scuola la scarica spesso sugli esperti esterni, gli esperti talora la riducono a fredda istruzione carente di ogni aspetto responsabilizzante ed educante. Nel contempo stampa e TV ‘supportano’ tale informazione con il pettegolezzo, la violenza, l’erotismo e finanche la pornografia. Il tutto viene ‘innaffiato’ dalla cultura del possesso e non da quella del dono, del ‘tutto subito’ e non della paziente e saggia attesa, del ‘faccio ciò che mi piace’ e non del ‘faccio ciò che è bene’, dell’apparire e non dell’essere, della paura e non del coraggio, del frammento e non del progetto di vita, del relativismo valoriale e non della coerenza.
Può essere l’educazione sessuale slegata dall’educazione alla vita, dall’educazione affettiva ed emotiva, dall’educazione al pieno rispetto della persona ?
A proposito, ecco alcuni interventi , che non vogliono essere esaustivi, ma soltanto stimolare il dibattito e la riflessione:
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